@FrancescoGneo. I risultati elettorali ad Alatri vanno letti e compresi partendo dal numero assoluto dei voti riportati dalla singole liste, non dalle percentuali. Se si fa questa analisi si scoprono alcune cose molto interessanti. La Lega vince ma prendendo i voti che prima finivano a Forza Italia, il PD che continua a scendere, nonostante guidi l’amministrazione comunale da tanto tempo (o forse è proprio per questo?), il Movimento 5 Stelle perde più che a livello nazionale e non si avvantaggia della presenza di un deputato locale con un importante incarico parlamentare. Adesso bisognerà indagare dentro l’area maggioritaria dei non votanti, per capire cosa fare.
@FrancescoGneo
Sicuramente il risultato che è venuto fuori dalle urne, ad Alatri, è tanto eclatante quanto inaspettato. La Lega che raccoglie il 50% dei voti, monopolizzando, di fatto, le elezioni europee cittadine, accaparrandosi un voto su due espresso in questa tornata, offre una dimostrazione di forza a tutte le compagini politiche cittadine, sottolineando ancora di più che per le prossime politiche, chi vorrà ambire a guidare il paese, dovrà misurarsi in primis con loro.
Sinceramente, sono rimasto frastornato dall’importanza del risultato e di come lo scarto con il secondo partito cittadino, il M5S, sia così netto e significativo.
Analizzando però i numeri e tralasciando le percentuali degli stessi, la situazione assume un contorno più chiaro, probabilmente più significativo e meno impressionante, non tanto per i vincitori indiscussi, quanto per la Caporetto fatta registrare dal Partito Democratico. Una perdita di voti costante ed inesorabile è quella che si denota dalle ultime due tornate elettorali: Politiche 2018 ed Europee di ieri. Naturalmente è tanto eclatante la perdita di voti del PD, quanto stupefacente l’incremento di voti raccolti dalla Lega di Salvini. Anche in questo caso più che i numeri andrebbe analizzato il termometro politico della destra cittadina, praticamente fagocitata dal partito leghista a discapito di Forza Italia, con solamente Iannarilli che ha scelto accasarsi presso le fila di Fratelli d’Italia, passaggio avvenuto praticamente a campagna elettorale praticamente chiusa, senza che abbia potuto incidere, a mio personale avviso, come probabilmente avrebbe potuto.
Andando ad analizzare più attentamente le percentuali, lo farei senza perdere d’occhio il numero dei voti, trovando infatti, le percentuali, fuorvianti per quanto riguarda lo stato della politica nel nostro comune.
PARTITO | Risultato elezioni comunali 2016 | Risultato elezioni politiche 2018 (Camera) | Risultato elezioni europee 2019 |
La Lega | 2,39% (408) | 44,94% di coalizione (3.080) | 50,11% (6.281) |
M5S | 7,65% (1.301) | 36,57% (5.877) | 16,20% (2.031) |
Partito Democratico | 15,99% (2.720) | 13,78% di coalizione (1.915) | 13,52% (1.695) |
Fratelli d’Italia | Assente | 44,94% di coalizione (625) | 9,12% (1.143) |
Forza Italia | 11,51% (1.958) | 44,94% di coalizione (3.304) | 5,30% (664) |
I primi dati che balzano agli occhi sono la repentina crescita del partito leghista, in poco più di tre anni, che ha seguito l’andamento nazionale; ma è importante anche notare come comunque, al netto degli scambi tra partiti della stessa area (destra) politica, il numero degli elettori che gravitano in quell’area è sostanzialmente rimasto inalterato nel corso degli anni e che quindi, considerato l’”assalto al forte” Lega degli ultimi mesi, il peso politico della destra cittadina è rimasto sostanzialmente invariato nel tempo.
Il Movimento 5 Stelle non ha retto, perdendo ben più della metà dei voti rispetto alle politiche. Il dato più impressionante per variazione di voti è proprio questo, poiché bisogna considerare che il M5S è presente sempre e solo con una lista, a prescindere dalla competizione elettorale, quindi è molto più lampante il risultato e soprattutto confrontabile il dato rispetto agli altri che possono subire variazioni (non eclatanti ma comunque delle variazioni) a seconda della competizione elettorale.
Dato elettorale molto significativo e, insieme a quello dei M5S, il più “cruento”, è quello che riguarda il Partito Democratico ad Alatri. L’andamento del partito infatti, ha avuto una involuzione spaventosa passata sottogamba, sicuramente, ai dirigenti del partito stesso a causa della vittoria delle amministrative del 2016. Già nel 2016 il PD aveva registrato un forte declino di consensi, in parte dovuto alla situazione del partito a livello nazionale ed in parte, evidentemente, all’operato del partito a livello locale e soprattutto comunale. Il dato diventa ancora più difficile da digerire se si pensa al fatto che ad Alatri il PD è il perno della maggioranza amminitrativa e quindi avrebbe, rispetto a tutte le altre compagini politiche, un piccolo vantaggio. Sicuramente non avrà agevolato la spaccatura creatasi nella medesima maggioranza qualche settimana fa, risolta con un rimpasto di giunta che ha salvato, momentaneamente, l’assise.
A livello cittadino quindi abbiamo i partiti di destra che esultano per aver raggiunto percentuali storiche, il Movimento che perde più della metà dei voti racconti nelle politiche del 2018 ed il PD che continua a sprofondare in piena controtendenza rispetto a quanto registrato dal partito in ambito nazionale.
Sicuramente i componenti della Lega hanno di che gioire per un risultato positivo, che però, personalmente, non ritengo così straordinario in termini di numeri di voti raccolti, poiché a ben vedere, è il frutto di un solo merito, quello, come già detto, di avere portato compatto tutto l’elettorato al voto, in ciò favorito dallo smembramento avvenuto nel partito di Forza Italia. In ultima istanza, aspetterei di conoscere quale corrente di partito abbia avuto la meglio sull’altra, visto che all’interno della Lega si sono formati chiaramente due schieramenti ben distinti e capeggiati dai due Consiglieri di minoranza. Il risultato positivo è innegabile, ora però bisogna testare la tenuta delle fila.
Il M5S alatrense, che non è mai stato più di tanto presente nella vita politica cittadina, si lecca le ferite, avendo perso più di quanto abbia perso il Movimento a livello nazionale e nonostante abbia dalla sua il vantaggio di annoverare un deputato di maggioranza del governo che ricopre una carica istituzionale di primo rilievo.
Fratelli d’Italia ha registrato un aumento di consensi degno di nota. Impossibile giudicare però, se il risultato sia frutto del momento favorevole nazionale e quanto, invece, sia merito dell’ingresso di Iannarilli nel partito. Sicuramente entrambi i fattori hanno influito ma è impossibile almeno fino a oggi giudicare il risultato ottenuto.
Forza Italia, smembrata e senza più un leader a livello cittadino, non poteva fare di meglio, anzi, mi verrebbe da pensare che abbia fatto anche più di quello che era prevedibile.
Per ultimo, il PD, passato da primo partito cittadino nel 2016, a terzo di queste europee, un partito che alla guida del nostro comune evidenzia lotte intestine che stanno per farlo implodere sia a livello politico amministrativo sia a livello di consensi, lasciando immaginare che a breve la scure del partito nazionale, in lenta ripresa, si possa abbattere sui responsabili di zona che si sono confermati in altre faccende affaccendati, forse perchà da molto tempo, forse troppo, stanno al timone della nostra malandata barca amministrativa. E non possiamo dimenticare che quasi la metà dei nostri concittadini non è andata a votare. Forse l’analisi elettorale che tutti dovremo fare nelle prossime ore dovrebbe partire proprio con la finalità di svelare il volto coperto di coloro che hanno rinunciato a votare.