Rendiconti e non ringraziamenti nei discorsi delle autorità al Festival del folclore, ma anche a tutte le altre manifestazioni culturali, artistiche, sportive e di spettacolo che vengono organizzate con finanziamenti pubblici. Dovrebbe essere la norma ma non lo è. Il discorso che avrei fatto io e che non ho fatto perché non sono il sindaco. Anche se fare l’opposizione è guardare le cose con l’occhio e lo spirito del sindaco, se si vuole contribuire davvero all’interesse generale.
In uno dei comizi della mia campagna elettorale ho fatto una promessa. “Se diventerò sindaco – ho affermato con convinzione – metterò al bando i discorsi introduttivi, o conclusivi, delle autorità, di tutte le autorità, a spettacoli e altre manifestazioni organizzate dal comune”. “E, soprattutto – ho insistito – inviterò i presentatori o le presentatrici di tali spettacoli e manifestazioni ad evitare le ormai insopportabili formule di blandimento, tipo ringraziamo il tale sindaco, il tale assessore, il tale dirigente di aver reso possibile questo evento”.
Lo avrei fatto, anche se oggi non posso fornire la controprova perché sindaco non sono stato eletto. Il sindaco eletto, Morini, su questo, come su mille altre questioni, non la pensa evidentemente come me. Ieri sera, a conclusione della prima serata del Festival del Folclore, ha infatti ritenuto opportuno di pronunciare un breve intervento di commiato, accolto – mi dicono alcune persone che sono state presenti – piuttosto freddamente da un pubblico apparso un po’ spazientito.
Non ho sentito il discorso e immagino che non sia stato molto diverso da altri che ho ascoltato nelle edizioni precedenti. E posso solo immaginare anche che, nel corso della serata, il conduttore o la conduttrice di turno si siano lasciati andare alla lista dei “ringraziamenti”, mettendo ai primi posti sindaco e assessori regionali, gli esponenti, cioè, delle istituzioni che hanno finanziato il Festival, è bene ricordarlo – ma non so se sia stato ricordato – con soldi appartenenti a bilanci che siamo noi cittadini a sostenere con tasse, accise e tributi di varia natura.
Penso, allora, che il sindaco, avendo ritenuto indispensabile di dover dire qualcosa, in questo caso avrebbe potuto pronunciare il seguente, breve, discorso.
“Care concittadini e cari concittadini, vi ringrazio tutti per essere presenti a questa serata inaugurale del XLVI Festival Internazionale del folclore, una presenza che conferma il vostro gradimento a questa manifestazione e rende omaggio alla memoria di Flavio Fiorletta, che la ideò e la realizzò per molti anni.
Ma vi ringrazio anche per aver reso possibile questa manifestazione con somme prelevate dal bilancio del comune e della Regione che, come ben sapete, si alimentano dei vostri soldi. Siete voi perciò che fate in modo che questo Festival, e altre manifestazioni simili, si possano fare e siete voi, dunque, gli unici che meritate di essere ringraziati.
A me sta il dovere di dirvi come abbiamo usato i vostri soldi. Il Festival costa 24.860 euro, provenienti per 12.000 euro dalla regione, a cui ne avevamo chiesti, però, 38.700, per i restanti 12.860 euro dal bilancio comunale. Le spese che abbiamo finanziato con queste cifre sono le seguenti: 15.500 euro li abbiamo destinati alla società Aletrium Travel per pagare l’ospitalità dei gruppi presso l’Ostello di Fraschette che questa società gestisce. Altri 9.000 euro li abbiamo messi in mano alla Pro Loco per rimborsi spese e argent de poche destinati ai gruppi partecipanti e a pagare i rimborsi dei presentatori e degli altri gruppi musicali che si esibiranno nel dopo festival organizzato sull’Acropoli. Gli ultimi 360 euro serviranno per pagare l’installazione di un bagno chimico e l’affitto delle transenne alla società Sebach che ci fornisce queste attrezzature.
La società Aletrium Travel e l’associazione Pro Loco ci forniranno, conclusa la manifestazione, il rendiconto delle entrate e delle spese effettuate, compresi i proventi derivanti da altre eventuali sponsorizzazioni o donazioni private. Tutto questo lo renderemo pubblico in modo tale che voi possiate giudicare da soli se i vostri soldi siano stati usati per il meglio, se abbiano, cioè, contribuito a creare ricchezza, materiale per la nostra economia ma anche immateriale per tutta la nostra comunità, grazie – e questo pesa certamente molto nel conto – alle relazioni create tra persone e nazioni diverse e agli stimoli e alle emozioni provocate da questa musica che arriva fino a noi da tante parti del mondo. Questo dovevo dirvi e con questo vi saluto e vi ringrazio ancora per la bella serata che ci avete offerto”.
Sono certo che Morini se la prenderà e dirà che non voglio proprio restare al mio posto, quello della opposizione cui il voto mi ha destinato. Ma è proprio perché voglio fare sul serio l’opposizione, e in modo aperto, che metto spesso i piedi nel piatto, a rischio di apparire invadente. Certo sto all’opposizione, ma dal momento in cui sono stato eletto, come dicono i nostri principi costituzionali, lo Statuto comunale e il regolamento del Consiglio comunale, ho cessato di rappresentare una parte per diventare rappresentante di tutta la comunità, “senza vincolo di mandato”. Anche essendo minoranza, restando all’opposizione e mettendomi, quando serve, al posto del sindaco.