In che modo questo gioco virtuale, che impazza da per tutto, può trasformarsi in un’occasione di promozione per la nostra città? Per capirlo, prima bisogna capire come si gioca. A chiunque, dopo aver letto questo post, venga un’idea, si faccia avanti. Proveremo a realizzarla insieme.
@TommasoD’Antò
Avete presente quei “pupazzetti” colorati che stanno spopolando sul web e nei telegiornali? Ormai hanno invaso la nostra quotidianità. Beh, questi “pupazzetti” sono i Pokèmon. Letteralmente la parola deriva da Poketto Monsuta che in giapponese vuol dire “mostri tascabili” (analogo significato in inglese, Pocket Monster), e rappresenta delle creature immaginarie che gli umani possono catturare, allenare e far combattere per divertimento.
Inizialmente nato come anime, Pokèmon arriva in Italia nel 2000 trasmesso dall’emittente televisiva Italia 1. L’enorme successo ottenuto in tutto il mondo ha portato alla creazione di videogiochi, anime, film, manga, un gioco di carte collezionabili, libri e innumerevoli gadget e giocattoli.
Era ormai qualche anno che non se ne sentiva parlare, e invece da qualche giorno è scoppiata di nuovo la Pokèmania, che sta coinvolgendo persone di tutte le età e di tutto il mondo: si tratta di Pokèmon Go.
Pokèmon Go, come da definizione, è un videogioco di tipo free-to-play basato su realtà aumentata geolocalizzata con GPS, sviluppato da Niantic per i sistemi operativi mobili iOS e Android, creato con la collaborazione di Game Freak, The Pokèmon Company e Nintendo. Bene. Avete capito qualcosa? Cerco di spiegarmi meglio. Stiamo parlando di un gioco che attraverso il nostro smartphone, riesce a modificare la realtà. Si parla di realtà aumentata.
Cioè? Sarebbe a dire, in linea generale, che la realtà che noi tutti conosciamo, viene ad essere “arricchita” con elementi aggiuntivi per cui è necessario utilizzare dispositivi di visione (fotocamera) e di ascolto (semplici auricolari), al fine di aggiungere informazioni multimediali alla realtà già normalmente percepita. A questo punto le persone che vivono la virtual reality, si trovano immerse in una “nuova realtà” nella quale i cinque sensi, che solitamente accompagnano la nostra quotidianità, possono non essere presenti oppure addirittura sostituiti.
Cos’è Pokèmon Go? E’ la “distruzione” della realtà così come la conosciamo, e la nascita di un nuovo mondo nel quale rifugiarsi.
E Alatri in tutto ciò che c’entra? In che modo Pokèmon Go, può trasformarsi in un’opportunità per la nostra città? Per capire il motivo per cui questo gioco virtuale possa essere un’opportunità per Alatri, è bene capire come si gioca.
Aprendo l’app sullo smartphone, ci si catapulta nella realtà virtuale (di cui prima), in cui ognuno di noi è rappresentato da un allenatore (o allenatrice) che, sfruttando la geolocalizzazione del GPS del telefono, si muove per le vie della città nella quale ci troviamo, in simultanea con noi stessi. All’inizio del gioco viene consegnato un Pokèmon (Bulbasaur, Charmender o Squirtle, per la precisione) dopodiché se ne possono catturare tantissimi altri (fino a un massimo di 150 circa) girando per le strade della città, i cosiddetti Pokèmon selvatici. Si possono anche sfidare le palestre situate in diverse zone della città e accrescere il proprio livello, acquisendo punti-esperienza. Man mano che si combatte e si catturano i Pokèmon, è possibile ottenere le Pokè Ball e altri strumenti, necessari proprio a catturare i “mostriciattoli”.
Insomma in Pokèmon Go ogni giocatore deve vagare per il mondo (quello vero) cercando e catturando Pokèmon. Ed è proprio qui che nasce l’opportunità per Alatri.
Di fondamentale importanza sono i Pokèstop, ovvero luoghi in cui vengono regalate agli allenatori inizialmente delle Pokè Ball e poi, man mano che si sale di livello, si possono ricevere: uova da covare nelle incubatrici (dalle quali nascerà un Pokèmon), le incubatrici stesse, pozioni (anche super e iper), revitalizzazioni, Fortunovi, aromi, esche, Bacchelampon e quant’altro. Tali Pokèstop dopo 5 minuti torneranno attivi e si potrà attingere di nuovo alla “fortuna” e sperare in nuovi e vantaggiosi premi.
E’ la geolocalizzazione dei Pokèmon e dei Pokèstop che potrebbe essere una grande opportunità per Alatri. Essi sono stati distribuiti nel mondo in circa 15 milioni di siti, sfruttando un sistema di distribuzione di cui non sono noti i dettagli, ma che fra gli ingredienti usa luoghi di interesse (negozi, alberghi, musei, scuole, centri commerciali, ecc.), Google Earth, i dati su clima, strade e città. Tale distribuzione, infatti, sta facendo la fortuna di alcune attività, mentre ad altri ha provocato non pochi problemi (immaginate di avere un Pokèstop sotto casa e avere tutti i giorni, per tutto il giorno centinaia di persone!).
Quanto turismo potrebbe portare ad Alatri la presenza di diversi Pokèstop sparsi per tutta la città? Oppure la semplice presenza di uno dei Pokèmon Leggendari, per qualche tempo? Immaginate poi che ognuno dei turisti prenda un caffè, una bottiglietta d’acqua, oppure che voglia rifocillarsi in un pub o ristorante, oppure che gli venga in mente di visitare la città e comprare magari souvenir di ogni sorta. Perché no?
La cattiva notizia è che, almeno per ora, non è possibile rimuovere né aggiungere Pokèstop (o più in generale, la concentrazione di Pokèmon in un luogo specifico), anche se l’amministratore delegato della Niantic, John Hanke, sta aprendo alla possibilità di creare Pokèstop e palestre sponsorizzate (Mc Donald & Co. in prima linea)
Cosa fare dunque per sfruttare i Pokèmon a nostro favore? Che idea vi verrebbe in mente? Potrebbe essere un’opportunità anche per veicolare iniziative di marketing da intrecciare a benefici reali, come ad esempio proporre degli sconti o promozioni in negozi vicini a “punti di interesse”.
In definitiva, attorno ai Pokèmon si potrebbe creare un vero e proprio business, come ad esempio hanno pensato alcuni privati (vedi il ragazzo di Ravenna che si fa pagare 15 euro l’ora per andare a caccia di Pokèmon al posto di chi lo paga; oppure vedi tutti quei giocatori che, una volta raggiunto un livello piuttosto alto, hanno deciso di mettere in vendita il proprio account).
Ma se noi volessimo muoverci per la nostra città, in che modo potremmo sfruttare questi splendidi “mostriciattoli”? Ovviamente la richiesta per qualche Pokèstop in più è già pronta per essere inviata, ma noi non abbiamo le disponibilità del Mc Donald o di altre grandi catene (che hanno già preso accordi per ottenere un’elevata concentrazione di Pokèmon nei loro negozi). Quindi ci dovremmo ingegnare a trovare un’altra soluzione. O magari a inventarci qualcosa di nostro che certo circola già, se ci pensiamo un attimo, nella mente di qualche giovane che nel virtuale sa muoversi meglio di noi e sia perciò capace di anticiparne tutte le applicazioni. Chiunque voglia dire la sua, sarà il benvenuto. Il nostro blog e la pagina di facebook di “Alatri In Comune” sono a disposizione.