Il depuratore funziona male, ma nell’attesa improbabile di un nuovo impianto nessuno fa nulla. Intanto, si potrebbe applicare quanto prevedono le buone pratiche di manutenzione che riescono ad evitare che i miasmi invadano le case vicine. Ma, quanto a depuratori, come dicono le cronache e come qualcuno di nostra conoscenza predisse in campagna elettorale, l’Acea e l’Ato5 hanno adesso altri pensieri.
Sulle pagine locali dei giornali di questa mattina si dà notizia dell’indagine della Guardia di Finanza sull’Acea. Nel mirino dei finanzieri (e dei magistrati) le somme percepite per la depurazione che non sarebbero state accantonate, cosi come previsto dalla convenzione con l’Ato5, in un fondo istituito dall’Ato stesso (la provincia), destinato a costruire i depuratori nelle zone che non li hanno e i cui abitanti erano tenuti fino a qualche anno fa a pagare per un servizio mai ricevuto.
Di questo problema ho parlato sia in campagna elettorale sia in Consiglio comunale, ma le autorità pubbliche che avrebbero dovuto denunciare da tempo questa omissione, della quale l’Ato5 e cioè la provincia è responsabile per la sua parte (questa la tesi difensiva dell’azienda), non ricordo che abbiano detto in tanti anni qualcosa. Fino, appunto, all’arrivo della magistratura e della Guardia di Finanza.
La vicenda è grave e conferma la complessiva inadeguatezza di chi, per la parte pubblica, ha gestito i rapporti con il gestore del servizio idrico integrato e della opacità totale che li ha contraddistinti fino alla caduta verticale di oggi.
Vedremo come andrà a finire, intanto prendiamo spunto dalla notizia per avanzare un problema che ci è stato rappresentato da un gruppo di cittadini che risiedono in prossimità del depuratore del Cosciano, uno dei tre attualmente in funzione nella città, il quarto essendo quello dell’Asi che serve una parte consistente del nostro territorio verso sud.
Il depuratore, da sempre (ricordo che me ne occupai anch’io, da vicesindaco, venticinque anni fa), rappresenta un problema per quella zona e per quelle abitazioni che vengono investite, non so con quale frequenza ma spesso, dai miasmi che esalano dall’impianto. Il sistema per attenuare questo disagio c’è ed è previsto dalle normative che prevedono misure (alberi, protezioni, ecc.) per contrastare il fetore, mi è stato detto, a volte insopportabile.
Quei nostri concittadini hanno perciò segnalato l’urgenza di interventi protettivi, ma sono stati invitati da qualcuno (il comune? l’Acea che gestisce il depuratore?) a portare pazienza, perché sarebbe prossima la costruzione di un nuovo depuratore (nella cava abbandonata di fronte) o per lo meno la chiusura di quello esistente.
Abbiamo approfondito. E i risultati dell’approfondimento non sono tranquillizzanti. Oltre a qualche ipotesi avanzata tanto per dire, non c’è nulla, infatti, che confermi l’esistenza di un progetto che riguarda il Cosciano; l’unico depuratore in territorio di Alatri per il quale è stato approvato un progetto dell’Acea riguarda il depuratore del Porpuro, verso cui dovrebbero defluire anche gli scarichi di Guarcino e Vico.
Per il Cosciano, una soluzione praticabile e per la quale anni fa erano stati trovati finanziamenti regionali (poi revocati dalla Giunta Polverini, per problemi di bilancio – abbiamo appreso poi come venissero gestiti i denari pubblici da questi severi censori degli sprechi: dobbiamo ricordare le feste romane con i centurioni?) sarebbe consistita nella costruzione di una lunga tratta fognaria utile a incanalare i liquami di quel depuratore nel più capiente impianto dell’Asi, che alcuni tecnici dicono in grado ancora oggi di rispondere a questa e ad altre esigenze.
Occorrerebbero tre milioni di euro, questa la cifra che venne revocata dalla Giunta Polverini, ma nessuno è in grado di metterli sul piatto, nemmeno l’Acea (che pure potrebbe) che sulla depurazione, come stiamo vedendo, accusa problemi non da poco.
E allora? Allora, in attesa di una risposta definitiva, si potrebbe cominciare con quel tanto che è possibile, e cioè dotare l’attuale depuratore di tutte quelle attrezzature e di tutti gli accorgimenti per renderlo meno nauseabondo. Basterebbe, anche se non sarebbe il meglio. Ma, spesso, come si sa, il meglio è nemico del bene. Oppure è un paravento dietro il quale si nasconde chi non sa o non ha voglia di fare il possibile.
(nella foto in evidenza il depuratore di Porpuro, nella foto in mezzo il depuratore del Cosciano)