L’OMRON sul piede di partenza. Il comune che fa?

@TarcisioTarquini

La notizia è stata già data ai sindacati e certamente ne è stato portato a conoscenza anche il comune di Alatri. L’Omron, l’azienda di componentistica elettronica che sta in località Chiappitto e rappresenta forse la realtà produttiva di maggior rilievo del nostro territorio, entro un anno lascerà la nostra città e costruirà il suo nuovo stabilimento altrove.

È costretta a questa decisione, che sarà ufficializzata a giorni, perché non trova dentro i confini del nostro comune un’area sulla quale realizzare i nuovi impianti: occorrono ventimila metri quadrati, metà dei quali per fabbrica e magazzino e l’altra metà per rendere agevole il movimento ai tir che caricheranno e scaricheranno i pezzi prodotti e la materia prima.

L’Omron, dunque, non riesce a trovare qui ad Alatri le possibilità, che altri comuni offrono, di uno sviluppo che la porterà in un decennio a raddoppiare l’attuale occupazione; secondo i progetti del gruppo estero proprietario dell’impresa, si passerà dai circa 170 addetti di oggi agli oltre trecento previsti. Sarebbe una risposta importante ai nostri giovani di adesso e di domani, ma se le cose resteranno così come sono in questo momento, qui ad Alatri non se ne farà nulla e si spegnerà anche una delle ultime luci industriali ancora accese.

È inevitabile che vada così? Noi riteniamo che questa prospettiva debba essere scongiurata ad ogni costo, cercando, con l’urgenza che il caso richiede, una soluzione che consenta all’Omron di effettuare i suoi investimenti da noi, sul nostro territorio e a beneficio dei tanti ragazzi che cercano lavoro, trovando uno sbocco ai loro studi (qui ad Alatri ci sono istituti professionali che offrono una preparazione adeguata alle esigenze formative di imprese “vocate” all’innovazione).

La ricerca di un’area adatta all’espansione non è una questione privata dell’azienda, che dal comune – come risulta da nostre verificate informazioni – non ha trovato finora alcun sostegno effettivo  alla sua richiesta di una nuova sistemazione. C’è povertà di aree disponibili (e questo è un delicato problema di tipo urbanistico), ma c’è anche la rinuncia dell’amministrazione ad assumere un ruolo attivo nel rispondere a una necessità che coincide con un’urgenza strategica della città, quella delle sue prospettive di lavoro e del suo sviluppo economico.

Un comune attento e preoccupato di scongiurare una ennesima fuga di realtà produttive dovrebbe dare fondo a tutta la sua capacità di iniziativa per trovare una via di uscita. Ci sono anche gli strumenti amministrativi per farlo ma non è stato aperto nessun tavolo per discuterne e verificarne l’adeguatezza.

Siamo arrivati in “zona cesarini” e forse oltre. Ma le squadre tenaci possono vincere le loro partite anche all’ultimo secondo, se ci credono davvero. Il comune di Alatri crede davvero all’obiettivo di trattenere la Omron da noi, creando le condizioni perché questo sia possibile? Aspettiamo una risposta. Che va data non solo all’azienda ma a tutta la città.

 

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