Un post del giornalista Massimiliano Pistilli propone la convocazione degli Stati Generali cittadini della Cultura. Noi siamo d’accordo e pensiamo che un banco di prova possa essere rappresentato dal bando regionale per la individuazione della Città della Cultura 2019. L’amministrazione è chiamata a chiarire che ne pensa, ma si può fare anche da soli.
Il giornalista di Ciociaria Oggi, Massimiliano Pistilli, lancia oggi l’idea di celebrare gli Stati Generali della Cultura di Alatri chiamando alla partecipazione le associazioni operanti sul nostro territorio con la finalità di coordinarle in un programma comune che promuova il risveglio culturale della città.
Qualche giorno fa ho proposto di utilizzare l’occasione data dal bando regionale per la Città della Cultura 2019 per fare qualcosa di analogo, e cioè un progetto delle associazioni da presentare alla regione (in coordinamento con l’amministrazione comunale, che è il soggetto abilitato a partecipare alla selezione regionale), con un unico palinsesto e con un titolo comune tale da rendere il “prodotto” suggestivo dal punto di vista della comunicazione e del marketing, anche ai fini della raccolta di sponsorizzazioni e donazioni private (e non solo né unicamente pubbliche).
Ho anche accennato, sempre qualche giorno fa, a un collega di Massimiliano l’intenzione dell’Associazione Gottifredo, di cui sono presidente, di proporre un incontro preliminare per valutare la fattibilità dell’iniziativa, aggiungendo che essa sarebbe stata necessaria, e avrebbe avuto un’utilità, anche nell’ipotesi che l’amministrazione comunale avesse voluto negarle il suo appoggio ai fini della candidatura regionale, perché pure in questo malaugurato caso si sarebbe potuta tentare la strada di fare da soli, cercando i mezzi finanziari e le risorse umane e culturali (non meno importanti dei primi) per attuare il progetto.
Non ho difficoltà, perciò, a ripetere la mia adesione all’idea degli Stati generali, per la cui realizzazione mi dichiaro a disposizione sia come consigliere comunale che sul merito della questione può forse vantare qualche competenza (augurandomi che ciò non disturbi il sempre attivo e livoroso partito di chi passa il tempo a indagare sui rischi delle strumentalizzazioni politiche altrui, ma è sempre inesorabilmente soddisfatto purché nulla si muova e nessuno faccia niente) sia come presidente di un’associazione culturale che un suo impegno ha già dimostrato e vuole rafforzare nel futuro.
Detto questo, voglio pubblicare di seguito quanto nel capitolo cultura ho scritto e proposto all’atto della presentazione del programma amministrativo legato alla mia candidatura a sindaco due anni e mezzo fa. Forse può dare spunti utili per i nostri proponimenti di oggi. E’ parte di un discorso più ampio (quello della Città degli Studi, che fu uno dei punti fondamentali della mia proposta di governo cittadino) perché un progetto cittadino è un “organismo complesso ma unitario” le cui parti debbono tenersi, se non vogliono restare espressioni velleitarie. Ma serve a chiarire quale sia la lunghezza d’onda e le ambizioni che io e gli amici e le amiche di Alatri In Comune riteniamo necessarie per la nostra città e l’intero comprensorio.
Ecco comunque il paragrafo cultura del Programma Amministrativo di Alatri In Comune, Prospettiva Futura, Patto Civico per Alatri.
LA CULTURA
La riorganizzazione degli spazi per gli eventi e la cultura è il provvedimento essenziale per programmazioni di lungo periodo e per eventi di grande portata. In quest’ambito si dovrà prevedere la individuazione di uno spazio adeguato (potrebbero essere i locali del Chiostro) per l’istituzione di una Pinacoteca Comunale che raccolga le opere premiate nelle passate Biennali, che rappresentano un patrimonio finora trascurato e disperso. Sarà istituita la Consulta delle associazioni per coordinare e valorizzare l’attività di ciascuna di esse all’interno di un progetto comune.
La cultura è una risorsa fondamentale su cui poggiare una strategia di nuovo sviluppo della città. Una parte di questa strategia deve basarsi sulle numerose e attive realtà associative esistenti e sugli eventi che queste organizzano per rendere vivo il paese, sollecitare scambi di informazioni, emozioni, esperienze. Rispetto a questa variegata e vivace realtà associativa – che possiamo chiamare cultura comunitaria – l’amministrazione comunale deve svolgere la funzione di facilitatore e coordinatore, destinando ai loro progetti una quota della voce di bilancio riservata alle attività culturali, da stabilire con criteri chiari, trasparenti, e discussi con le associazioni stesse ma in capo ai quali deve esserci quello del valore prodotto. Questo, tuttavia, non è sufficiente. Il comune, infatti, deve essere direttamente ideatore e responsabile di iniziative di portata strategica, quelle che caratterizzeranno la città, veicoleranno la sua immagine e che dovranno godere perciò di investimenti adeguati, raccolti non solo attraverso fondi di bilancio o finanziamenti pubblici ma anche con il contributo decisivo di sponsorizzazioni, crowdfunding e fundraising e, in alcuni casi, dei proventi della biglietteria e della gadgettistica. Un ufficio del comune, formato e specializzato in modo specifico, dovrà svolgere questa funzione di ricerca delle risorse necessarie: un ufficio cultura che abbia al suo interno capacità di progettazione e attuazione degli eventi e di individuazione delle risorse pubbliche e private per realizzarli. Un buon progetto è quello che viene ben concepito in ogni sua fase e che già nel suo formularsi risolve la questione delle fonti di finanziamento. È fondamentale, infine, riorganizzare gli spazi della città dedicati alle attività culturali e alle manifestazioni artistiche, progettandone e attrezzandone di nuovi ma anche qualificando quelli esistenti per l’offerta e il pubblico cui essa è rivolta.
Un itinerario cittadino che deve essere valorizzato, con le opportune politiche di comunicazione e di facilitazioni amministrative, è quello delle botteghe dell’Arte e degli altri esercizi che si aprono da Porta San Pietro a Porta San Francesco, lungo cioè la tradizionale dorsale cittadina che, con i tanti locali dismessi, reca oggi più evidenti che altrove i segni della crisi cittadina.