I costi del trasferimento della Omron, i primi conti

Quanto perderà Alatri con il trasferimento dell’azienda giapponese? Consumi, tasse, opportunità di lavoro, tecnologia. Questi i nostri primi conti. Ma già bastano e avanzano per motivare la nostra accusa di inerzia amministrativa e ribadire la richiesta di convocazione urgente del Consiglio comunale che sarà presentata formalmente lunedì 8 agosto con la firma dei consiglieri della minoranza. 

@TarcisioTarquini

Proviamo a fare i primi conti delle perdite per Alatri conseguenti all’imminente trasferimento della Omron (vedi link).

L’azienda occupa oggi 185 dipendenti, che hanno uno stipendio medio stimabile in 2.000 euro netti ciascuno, questo significa 370 mila euro al mese per tredici mensilità. Il volume complessivo degli stipendi raggiunge quindi i 4.810.000 euro. Circa il 15% di questa cifra – la stima l’abbiamo fatta chiedendo a diversi lavoratori sui loro consumi “locali” – si riversa immediatamente sul territorio (bar, edicola, Conad della zona, tavole calde, ecc.), parliamo, dunque, di oltre 700.000 euro annuali che dal 2017 non ci saranno più.

Dei 185 addetti, l’80% circa è di Alatri, questi operai hanno sulla busta paga un prelievo di tassa comunale pari all’1,5% a testa che, tutti insieme, porta a una entrata comunale di circa 70.000 euro all’anno.

Ho chiesto agli uffici comunali quanto paga l’Omron di tributi e tasse comunali, a cominciare dalla Tari il cui minor gettito, in virtù del regolamento della tassa/tariffa, dovrà essere compensato dagli altri esercizi produttivi e commerciali. Aspetto di conoscere le cifre che renderò immediatamente pubbliche.

Ci sono, poi, altri costi. Questa azienda lascia Alatri per ingrandirsi, per raddoppiare – a quanto sappiamo – gli stabilimenti. Un ampliamento di questo genere – non è difficile prevederlo – porterà a un incremento considerevole della base occupazionale. Ci domandiamo: se oggi il rapporto è di 8 dipendenti su 10 di Alatri, domani, con lo stabilimento insediato a Frosinone, e con le nuove assunzioni, resterà invariato o, come si può agevolmente supporre, cambierà a favore della nuova città ospitante? È azzardato affermare che la percentuale si ribalterà e che su 100 nuovi dipendenti prossimi venturi gli alatresi saranno, se le cose andranno per il meglio, non 80 (come sarebbe stato a localizzazione invariata) ma 20?

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Questi i primi conti, verificati empiricamente ma con affidabile approssimazione. Domandiamo ai nostri concittadini: tutto questo ha ricevuto un’attenzione adeguata da parte dell’amministrazione comunale? È giustificata, alla luce di questi dati, la nostra accusa di “inerzia” politica e operativa? Non stiamo trattando di un interesse collettivo che va ben al di là di quello interno alla fabbrica e del pur considerevole disagio (anche economico) che subiranno i nostri operai per lo spostamento? Non c’era e continua a non esserci materia sufficiente per un Consiglio comunale urgente? Oppure – come sembrerebbe dai comportamenti di sindaco e assessori – i consiglieri, che rappresentano individualmente e come organo, l’intera comunità non debbono poter esprimere il loro parere, esercitando così la loro funzione di tutela degli interessi della città?

(nella foto in evidenza, esperienze e perciò cervelli in fuga con la Omron; nella foto interna la pagina di questa mattina di Ciociaria Oggi).

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