Qualche giorno fa, il 22 aprile, è stata pubblicata la delibera con la quale si liquida la cifra di 45.606,74 euro all’ingegner Alfredo Delfi come primo acconto per la realizzazione del progetto di ampliamento ed efficientamento energetico dell’edificio dei servizi sociali di Piazza Nassiria. La parcella totale, pari a euro 94.374,00 più gli oneri di legge, è conseguenza di un incarico conferito con determina dirigenziale al professionista due anni fa, il 16 ottobre 2014. Per saperne di più ho cercato sul sito del comune ma, come accade la maggior parte delle volte (forse è colpa mia, ma forse no), senza venirne a capo.
L’ingegnere Delfi è un noto e apprezzato professionista e ha ricoperto l’incarico di presidente dell’ordine degli ingegneri, dell’organismo, cioè, che sorveglia la correttezza deontologica dei suoi iscritti e perciò anche del sindaco Morini che, come si sa, è ingegnere. Un profilo professionale, dunque, rispetto al quale non ho ragioni e conoscenze che mi inducano ad eccepire alcunché.
Una domanda, però, credo sia mio dovere porla pubblicamente, nella speranza che non resti inevasa, come quella che ho fiduciosamente, ma vanamente, avanzato un paio di settimane fa sull’incompatibilità “effettiva”, con la loro carica pubblica, del sindaco e dell’assessore all’urbanistica, che esercitano le loro professioni di ingegnere e geometra nel territorio e, perciò, presumibilmente occupandosi, in modo diretto o indiretto che sia, anche di pratiche che ricadono sotto la loro competenza amministrativa.
La mia domanda concerne quale procedura si sia seguita per conferire l’incarico all’ingegnere Delfi tenuto conto che l’importo del lavoro commissionato, superando la soglia degli affidamenti fiduciari e diretti, avrebbe dovuto imporre il ricorso all’evidenza pubblica. E mi chiedo – in aggiunta – se nel nostro comune, per importi entro la soglia, sia stato istituito e venga utilizzato, con l’opportuna rotazione, un albo dei professionisti (locali e non) cui attingere alla necessità.
Un’ultima osservazione voglio inoltre avanzarla sulla entità del compenso riconosciuto al professionista, che è una cifra da considerarsi esorbitante, in tempi contrassegnati sia dalla libera concorrenza tra professionisti, non temperata dall’obbligo del rispetto dei limiti tariffari stabiliti dall’Ordine professionale, sia dalla pubblica spending review. Quest’ultima, invocata come barriera invalicabile se si chiede di acquistare un temperino per la scuola, e stavolta nemmeno citata in nota.