Il  nostro Ospedale. Una proposta che fa i conti con la realtà

@AnnaRitaPelorossi

La nostra provincia è stata profondamente bistrattata dalla politica sanitaria regionale, subendo tagli mostruosi a tutto vantaggio di Roma Capitale e delle strutture private. È  fuori discussione il fatto che il numero dei posti letto  per acuti sia inadeguato in termini di densità demografica ed estensione del territorio. Purtroppo, però, vista la condizione attuale, e non volendo fermarci solamente a recriminare contro i soprusi indiscriminati subiti e ad auspicare tempi migliori, dobbiamo fare un discorso che tenga conto della realtà, senza temere il rischio di apparire impopolari.

Partiamo dai fatti. È impensabile che possano essere tagliati altri posti letto per acuti, togliendoli ad Alatri, che ha già subito riduzioni inaccettabili. Questo, infatti, comporterebbe un ulteriore danno al servizio, che viene già erogato in maniera inefficace alla popolazione. La conseguenza sarebbe che lo stesso ospedale di Frosinone, lo Spaziani – già sottodimensionato rispetto alla domanda che riceve – imploderebbe su se stesso, non potendo contare sul giusto e necessario contributo del nostro presidio. È ovvio che per essere effettivamente di aiuto la nostra struttura andrebbe potenziata puntando su un ulteriore ampliamento della capacità ricettiva del nostro già impeccabile Pronto soccorso. Quest’ultimo, negli ultimi anni, dequalificato a primo soccorso, essendo privo del reparto di rianimazione, ha funzionato egregiamente  e ben oltre le proprie possibilità, anche affidandosi alla buona volontà degli operatori sanitari, che spesso si sono adoperati  oltre  le proprie forze. Perciò questo servizio deve essere necessariamente potenziato e accanto ad esso, oltre alla già nominata rianimazione, non può in nessun caso mancare un reparto di chirurgia d’urgenza ben organizzato e pronto a far fronte alle eventuali emergenze chirurgiche. I cittadini hanno il diritto di essere curati nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile. Eventuali ulteriori riduzioni  di personale, fondi e mezzi non possono più essere accettate: il diritto alla salute deve essere rispettato, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, è ora di farsi rispettare e di non permettere più soprusi!  

Oltre a ciò, secondo me è necessario cercare di vedere cosa  ci sia rimasto di positivo e cosa realmente potrebbe essere implementato  ad Alatri. Questa è una mia idea, legata anche al fatto che mi trovo direttamente coinvolta nel settore sanitario ed ho una visione diretta del problema. Ovviamente, anche a me piacerebbe avere  sotto casa l’ospedale come era una volta,  con tutti i reparti  di ieri, ma oggi questo non sarebbe realizzabile in quanto alcune “figure gemelle” a pochi km di distanza non avrebbero ragione di esistere. Il cittadino, infatti, ha il sacrosanto diritto di ricevere un’assistenza pienamente efficace e rispondente alle sue necessità, assicurata da strutture, servizi e personale medico che appaiono oggi totalmente insufficiente per soddisfare tale esigenza. Avere come obiettivo quello di realizzare ad Alatri un “doppione”  dello Spaziani, con il rischio di dare vita a una struttura ospedaliera non all’altezza delle performance richieste, a me non sembra un’ipotesi convincente e opportuna. Se non altro a causa , appunto, della mancanza ormai cronica di personale medico, che dovrebbe essere assunto e formato adeguatamente per sopperire alle carenze. In ogni caso una struttura fotocopia sarebbe oramai anacronistica, mentre ben più utile sarebbe sviluppare le potenzialità rintracciabili e le reali alternative per Alatri.

Dovremmo pensare il nostro ospedale e quello di Frosinone come un insieme “funzionale”. Il San Benedetto, infatti, sopravviverà grazie alla sua posizione strategica, che la pone come indispensabile supporto per una struttura – quella di Frosinone –  da sempre inadeguata numericamente e destinata  al collasso. Il fatto di trovarci a 15 km da Frosinone rende possibile e facilita questa virtuosa sinergia che alleggerirebbe lo “Spaziani”, oltre che da una buona percentuale di situazioni in urgenza, da tutte quelle situazioni non urgenti, differibili  e programmabili da dirottare o svolgere ad Alatri.  

A questo punto Alatri avrebbe dei vantaggi provocati dall’ampliamento  di alcuni reparti già esistenti ( chirurgia, come già detto, medicina e lungo degenza); dalla costituzione di un nuovo e necessario reparto di riabilitazione, di cui per numerosi anni il territorio è rimasto totalmente sprovvisto a tutto vantaggio delle cliniche private e a discapito del servizio pubblico; dal potenziamento , in regime di week surgery, degli interventi chirurgici non urgenti, differibili e programmabili in elezione (ortopedia, urologia, otorino, oculistica,ecc.); ricordiamoci  tra l’altro che da circa un anno si sta già svolgendo un servizio  di day surgery chirurgico che consente l’esecuzione di numerosi interventi  che non richiedono degenza ospedaliera, e tuttavia alimentavano una  lunga lista di attesa. Si potrebbe, inoltre, pensare all’istituzione di posti letto di assistenza infermieristica ad uso dei medici di base del territorio per i pazienti in condizioni di in gestibilità domiciliare e tanto altro ancora.

Quello della sanità, purtroppo, è un argomento che non si può esaurire né in poche pagine nè con poche soluzioni. Da parte nostra non possiamo fare altro che proiettarci verso il futuro augurandoci  che tutti possano ricevere il servizio più adeguato possibile in base alle proprie esigenze. A volte le idee più semplici sono anche le più utili e ciò a cui non si era pensato perché magari si riteneva banale, potrebbe risolvere qualche problema, ma soprattutto non accettiamo scioccamente contentini che si potrebbero rivelare pericolosi e controproducenti (vedi l’inutile apertura della casa della maternità, con tanto di notevole spesa di soldi pubblici). Pensiamo al bene salute e al benessere del cittadino, prima del bene del nostro “orticello”, in una visione più ampia e generale. Riflettiamo sul fatto che, in conseguenza di determinati spostamenti, Frosinone si alleggerirebbe, risponderebbe con maggiore adeguatezza alla domanda che riceve, mentre Alatri si qualificherebbe come un vero e proprio centro di eccellenza. Mi ripeto dicendo che se non possiamo aspettarci miracoli dobbiamo però pretendere che si proceda sviluppando la concreta prospettiva di consolidare e rilanciare il nostro ospedale e l’intera nostra sanità (che ovviamente non è solo l’ospedale)  guardando il nostro nosocomio e quello di Frosinone come dinamicamente complementari. Per essere nell’immediato futuro (e forse già da adesso) ambedue migliori di quanto non siano oggi, per qualità di servizi e capacità di risposta ai bisogni dei cittadini. Ai quali dobbiamo guardare con serietà e rispetto.

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