È arrivato il momento di riprenderci la nostra acqua

In un’assemblea dei sindaci dell’ATO 5, convocata dal primo cittadino di Ceccano, i presenti decidono di convocare i consigli comunali – tutti il prossimo 15 gennaio – per deliberare sulla risoluzione della convenzione con l’Acea. Alla base dell’atto ben 799 inadempienze contrattuali e 409 intimazioni ad adempiere rimaste inevase (e il conto si ferma a due anni fa). All’assemblea mancava il sindaco di Alatri. Gli chiediamo di fare la sua parte e di convocare anche il nostro consiglio comunale, alla stessa data degli altri, per prendere l’identico e non più rinviabile provvedimento. Intanto ai nostri concittadini arrivano avvisi di “sospensione della fornitura idrica” per presunte morosità. L’iniziativa di Alatri in Comune.

@discorsoincomune

Dunque il comune di Alatri non c’era. Nell’assemblea dei sindaci, convocata per iniziativa del primo cittadino di Ceccano martedì scorso per affrontare, finalmente con decisione, il problema della risoluzione del rapporto contrattuale con l’Acea per le ripetute inosservanze contrattuali che danneggiano e vessano i cittadini della nostra provincia – e certo quelli di Alatri non meno di quelli degli altri comuni – erano presenti un buon numero di sindaci o loro delegati, ma non quello di Alatri. C’era per esempio il sindaco di Cassino, c’era un delegato del sindaco di Frosinone (due città che sono all’incirca un quarto della popolazione dell’intera provincia), c’erano i sindaci di tanti comuni più piccoli, ma per quanto riguarda la nostra città nemmeno lo straccio di un delegato, di un osservatore, di un ambasciatore, che come si sa non porta pena e avrebbe potuto portare invece le informazioni sulle tante “canagliate” che i nostri concittadini sono costretti a subire dal gestore della nostra acqua.

Nell’assemblea non si è restati sul generico della polemica politica. Si è ricordato, invece, che è la stessa Segreteria tecnico-operativa dell’Ambito territoriale ottimale, cui è stato demandato, tra gli altri, il compito di effettuare “controlli economici e gestionali sull’attività del soggetto gestore verificando l’attuazione dei programmi di intervento e le modalità di applicazione della tariffa”, ad attestare – in una sua relazione del 29 novembre del 2013 – 799 inadempienze contrattuali e ben 409 intimazioni ad adempiere rimaste inevase. Questo due anni fa, ma non servono dati più recenti (e sicuramente più alti) per concludere che la situazione non è più sostenibile da tempo e che da tempo perciò ricorrono tutte le condizioni (inadempienze a intimazioni ad adempiere non evase) per proporre la risoluzione del contratto tra i comuni dell’ATO 5 e l’Acea.

E’ la stessa convenzione ad imporlo e c’è solo da meravigliarsi che non sia ancora avvenuto. Recita, infatti, l’articolo 34 (comma 2) che “qualora il ripetersi o la gravità delle inadempienze, nonché il ripetuto mancato rispetto delle intimazioni ad adempiere (…) pregiudichino o rischino di pregiudicare la continuità, la qualità, dei servizi affidati (…) l’ A.A.T.O (cioè i sindaci), previa specifica diffida ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1454 cod. civile, a rimuovere le cause e produrre le giustificazioni in un tempo congruo e compatibile con le esigenze del servizio, ove non ritenesse accettabili le giustificazioni prodotte dal gestore, o in mancanza di queste, alla scadenza del termine assegnato, dichiara la risoluzione della presente convenzione, in danno al gestore”.

I sindaci presenti alla riunione di Ceccano hanno predisposto una bozza di delibera che, citando in dettaglio le inadempienze contrattuali e le intimazioni senza risposta accertate nel territorio di ciascun comune, delega i sindaci stessi “ad esprimere nella conferenza dei sindaci il voto volto alla risoluzione della convenzione per la gestione del servizio idrico”.

E hanno stabilito, con una scelta dal forte significato sia simbolico che politico, di adottare la delibera ciascuno nel proprio consiglio comunale con sedute che dovranno tenersi tutte alla stessa ora del 15 gennaio prossimo.

Il sindaco di Alatri non c’era quando tutto questo è stato deciso, ma può ancora fare la sua parte. Ed è quello che gli chiediamo. Convochi il consiglio comunale di Alatri lo stesso giorno e alla stessa ora e proponga l’adozione della medesima delibera, supportata da una relazione che circostanzi le inadempienze contrattuali dell’Acea, la loro gravità e la loro persistenza nel nostro territorio. In assenza di un’iniziativa del sindaco, siano i consiglieri, le forze di opposizione a pretendere la convocazione di questa seduta. Noi ci rivolgiamo ai cittadini perché si facciano sentire e chiedano la convocazione del Consiglio comunale, nei modi possibili e certamente, se vogliono, anche attraverso questo blog o la pagina face book di “Alatri in comune”, dove nei prossimi giorni pubblicheremo il testo integrale della delibera sollecitando tutti ad esprimersi con un “mi piace”.

È arrivato il momento di riprenderci la nostra acqua.

 

Un post scriptum.

In questi giorni stanno arrivando a numerosi concittadini lettere con cui l’Acea chiede il pagamento, nel termine perentorio di dieci giorni, di fatture arretrate, con la minaccia di una “sospensione della fornitura”, dell’avvio di un’azione di recupero giudiziale e stragiudiziale delle somme “dovute”, maggiorate delle spese legali.

In molti casi – come abbiamo potuto accertare – si fa riferimento a fatture che non sono mai arrivate ai destinatari e che riguardano periodi di fatturazione non più vecchi di qualche mese.

È una procedura chiaramente immotivata, perché l’eventuale (e comprovabile nei casi di nostra conoscenza) disservizio nel recapito dei bollettini di pagamento non può essere attribuito al cittadino, semmai al gestore e al servizio che utilizza; ma è anche sproporzionata perché si punisce con la sospensione dell’erogazione dell’acqua e la risoluzione del contratto (e poi che succede?) quella che viene definita “morosità” ma è tutt’al più un ritardo rispetto al quale si deve intervenire con solleciti, possibilmente educati.

Vorremmo che si considerasse anche un altro fatto. L’ansia, l’angoscia che queste comunicazioni possono provocare se a riceverle sono persone anziane, che vivono sole e sono spesso prive delle informazioni necessarie per capire se il debito che viene contestato sia reale o, come il più delle volte si rivela, del tutto immaginario o pretestuoso.

Noi di Alatri in comune avvieremo, nei prossimi giorni, iniziative di tutela dei cittadini, soprattutto di quelli più esposti alle immotivate rivendicazioni dell’Acea.

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