Sanità ad Alatri. Come eravamo venti anni fa e come siamo oggi.

 

di @Franco Brugnola.

Negli ultimi periodi siamo stati spettatori di proteste e manifestazioni, di comizi e richieste, di proclami e di tanta, tantissima politica. Personalmente, riguardo la questione “sanità” di Alatri, penso che l’attuale Atto aziendale della ASL, che prevede l’integrazione dell’ospedale San Benedetto con quello di Frosinone sia una scelta intelligente che valorizza una struttura recente ed in ottime condizioni, ma penso che possa essere fatto di più per la sanità locale potenziando proprio l’assistenza territoriale, come indicato ora dal Patto per la salute.

Ritengo che l’ex ospedale possa tornare di attualità per essere utilizzato nell’ambito della integrazione socio-sanitaria ai sensi della L.R. 41/2003 per la realizzazione di strutture residenziali e semiresidenziali, come ad esempio “Case alloggio”, “Case famiglia per minori”, una “Comunità di pronta accoglienza per donne in difficoltà”, un centro di riabilitazione, una Residenza Sanitaria Assistenziale, una Residenza sociale assistita, ecc.

Il nuovo commissario della ASL, il dott. Macchitella, molto attento ai problemi del territorio mi auguro che possa avere il tempo per completare l’attuazione dell’Atto aziendale.


COME ERAVAMO

Doctor rushing in hallway

Mi ricordo bene quando, il primo luglio del 1991, fresco di nomina come Amministratore straordinario della USL FR2, parcheggiai la mia auto nel piazzale, vuoto, dell’ospedale San Benedetto. La situazione non era floridaLa regione non aveva accettato la costruzione dell’ospedale da parte della Cassa per il Mezzogiorno fuori di ogni programmazione regionale e aveva rifiutato di adeguare l’organico. C’era inoltre da occuparsi di un territorio abbastanza vasto che andava comprendeva i Comuni di Alatri, Collepardo, Guarcino, Torre Caietani, Trivigliano e Vico nel Lazio e di una popolazione che ammontava a 32.824 abitanti. La maggioranza dei pazienti del luogo preferiva andare all’ospedale di Frosinone o in strutture private, tanto che, come accennato il parcheggio dell’ospedale era quasi sempre vuoto.

Mi misi subito al lavoro per ridefinire l’organizzazione recependo il provvedimento regionale con i compiti dei servizi e coprendo i posti vacanti come quello del Dirigente dell’assistenza sanitaria, ricostituendo l’Ufficio di Direzione e valorizzandone i compiti: con il Dott. Nicola La Fauci (Coordinatore sanitario), il dott. Mario Cefaloni (Coordinatore amministrativo), il dott. Guido Di Russo (Dirigente del servizio igiene pubblica), il dott. Virginio Bonanni (dirigente del servizio materno infantile), il dott. Mario di Vico( Dirigente del servizio veterinario), e i dott. Walter Franco (direttore sanitario dell’ospedale). Mi documentai rapidamente sui dati epidemiologici dell’area per comprendere le priorità e fu migliorata la raccolta dei dati statistici anche ai fini del controllo di gestione. Grazie ad un Comitato di gestione composto da persone molto qualifica, motivate e orientate verso l’interesse della comunità fu facile avviare un lavoro di risanamento e di sviluppo delle attività assistenziali con aumento delle prestazioni e dell’offerta di posti letto (al momento del mio arrivo erano solo 120).

ATT. PEREGO E CATTANEO - OSPEDALE NIGUARDA REPARTO DI CARDIOCHIRURGIA MEDICI PAZIENTI INFERMIERI RIANIMAZIONE SANITA' - Fotografo: FOTOGRAMMA DEL PUPPOFu richiamata l’attenzione della dirigenza sul problema dell’etica aziendale in un periodo in cui ancora non se ne parlava. Ben presto fu presentata alla Regione una proposta di classificazione dell’Ospedale per 216 p.l. oltre a 6 di terapia intensiva e 10 di emodialisi mettendo in condizione la struttura di rispettare gli standard assistenziali dell’epoca. Furono ristabiliti i rapporti con tutte le organizzazioni sindacali e questo consentì in tempi brevi di raggiungere i 150 letti e di potenziare grandemente l’attività ambulatoriale integrando l’offerta con specialità all’epoca assenti (come la medicina del lavoro, la neuropsichiatria infantile, la medicina dello sporto ecc.) e incrementando il numero delle prestazioni erogate dalle altre con particolare quella del laboratorio di analisi che nel giro di un anno arrivaro
no ad assorbire il 100% della domanda. 
Anche il Tribunale dei diritti del malato collaborò con alcuni suggerimenti. Per sostenere tutta questa attività fu potenziato e informatizzato il Centro Unico di Prenotazione (all’epoca non esisteva ancora quello regionale) dotandolo di locali più ampi e di altro personale.

In considerazione delle problematiche del territorio posi molta attenzione all’ organizzazione del CAD. Poiché non era stato attivato il SERT (Servizio per i tossicodipendente e gli alcolisti) provvidi subito a farlo. Autorizzai anche la realizzazione della comunità terapeutica di Trivigliano. Tutto il personale della ASL partecipò in maniera costruttiva a quella che fu un vera e propria rivoluzione e che richiese notevole impegno a tutti anche grazie ad un nuovo sistema premiale basato sul Management by objectivesCon i medici di medicina generale fu instaurato sin da subito un ottimo rapporto il che aiutò non poco ad assumere alcune decisioni e a migliorare l’assistenza.

BERLIN, GERMANY - SEPTEMBER 05: A doctor holds a stethoscope on September 5, 2012 in Berlin, Germany. Doctors in the country are demanding higher payments from health insurance companies (Krankenkassen). Over 20 doctors' associations are expected to hold a vote this week over possible strikes and temporary closings of their practices if assurances that a requested additional annual increase of 3.5 billion euros (4,390,475,550 USD) in payments are not provided. The Kassenaerztlichen Bundesvereinigung (KBV), the National Association of Statutory Health Insurance Physicians, unexpectedly broke off talks with the health insurance companies on Monday. (Photo by Adam Berry/Getty Images)I dati dei ricoveri ospedalieri cominciarono anch’essi a migliorare: dalla medicina generale, alla chirurgia generale all’otorinolaringoiatria, all’ostetricia, alla pediatria, per non parlare della dialisi. Oltre a potenziare l’attività curai molto il contenimento della spesa anche perché il sistema di finanziamento dell’epoca basato sulla spesa storica non premiava chi produceva di più. La spesa per la specializzata esterna fu quasi dimezzata ma poi la regione decise che venisse pagata centralmente penalizzandoci assurdamente in quanto i fondi furono tolti alle UUSSLL per cui negli anni successivi si assistette ad un aumento quasi generalizzato delle prestazioni avviate all’esterno. Molto importante, grazie al Direttore della farmacia interna dell’ospedale fu il lavoro per la riduzione del costo dei medicinali, razionalizzando gli armadi farmaceutici, la distribuzione dei medicinali, ma anche le modalità di accesso nel presidio degli informatori farmaceutici.

Molto importante fu anche il potenziamento del laboratorio per la autoproduzione di alcuni medicinali in forma galenica. Tutte queste attività non mancarono di attirare l’interesse di donatori per cui ricevemmo un mammografo dall’AIRC che individuò l’ospedale come centro per la prevenzione dei tumori del seno. Furono organizzati corsi di educazione sanitaria e di prevenzione dell’AIDS. Una svolta importante fu la donazione dell’elisuperficie da parte della famiglia Pietrobono, una delle prime nel Lazio che servì a superare l’isolamento della zona specialmente durante l’inverno e le difficoltà dei viaggi in ambulanza.

d2d6be384dd02831bd9d043a76be39deGrande successo riscosse la radicale trasformazione della distribuzione del vitto che consentì di far arrivare al letto del paziente un vassoio con la dieta personalizzata preparato nella cucina centralizzata da una importante ditta del nord, un servizio presente allora solo nei più grandi ospedali (altro che le vaschette di plastica). Utilizzando alcuni finanziamenti regionali fu possibile completare i lavori per la costruzione del centro socio sanitario di base di Pitocco e di quello analogo a Tecchiena. Per quanto riguarda l’igiene e sanità pubblica, nonché la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro furono potenziati i servizi ispettivi e di prelievo delle acque (questione molto delicata, trattandosi di zona carsica) e resi più penetranti i controlli sulle strutture private. 

Il servizio materno infantile a sua volta fu curato molto per svolgere più attività sul territorio anche grazie ai nuovi compiti assegnati con il regolamento tipo regionale; grazie agli operatori furono predisposti numerosi progetti che furono presentati in una manifestazione tenuta in occasione della Festa della donna nel centro della città. All’assistenza veterinaria fu infine dedicata molta attenzione in considerazione dell’importanza del servizio dal punto di vista economico tenendo presente la numerosità degli allevamenti nella zona.

Non mancai di riorganizzare e di informatizzare in maniera integrata tutta la parte amministrativa con programmi molto moderni di quelli settoriali precedentemente in uso, mettendo in condizione anche i revisori dei conti di poter lavorare meglio e dando trasparenza ai dati; lo sforzo della ragioneria per mettersi in regola con le nuove norme di contabilità fu molto importante. Furono razionalizzate tutte le procedure e sviluppata l’analisi della spesa per riportare i valori entro la media regionale, abbattendo notevolmente ad esempio il costo medio per ricetta. E i costi delle degenze pro capite e pro die. Furono approvati i consuntivi degli anni passati con progressiva eliminazione dei residui passivi e soddisfazione dei creditori.Grazie a queste iniziative anche i rapporti con il Tesoriere migliorarono e riuscii a far aprire uno sportello bancomat in ospedale.

vecchio-ospedale-alatriFurono rivisti i criteri per l’affidamento degli incarichi di rappresentanza e difesa ai legali per contenere la spesa. Fu stipulata una convenzione con la Diocesi di Anagni ed Alatri per l’assistenza religiosa. Per migliorare il confort dei degenti furono organizzati anche (senza alcun costo a carico della USL) dei concerti, oltre ad una grande festa in occasione della inaugurazione dell’elisuperficie. Molta attenzione infine fu data alla comunicazione interna ed esterna. Fui amareggiato molto dal mancato accoglimento da parte della regione della mia proposta di recuperare il vecchio ospedale per attività socio sanitarie (insieme al Comune) e per collocarvi alcuni servizi tra i quali il CUP onde evitare specialmente alla popolazione anziana di scendere fino all’ospedale.

Nel 1993, dovetti lasciare a malincuore l’incarico a motivo di una decisione assunta dalla Giunta regionale con la quale erano stati inspiegabilmente ridotti in maniera drastica i compensi spettanti a tutti gli Amministratori straordinari riducendoli a una somma notevolmente inferiore a quella del trattamento economico precedentemente in godimento. Ancora oggi ricordo l’impegno di tutti dirigenti e degli operatori senza i quali non saremmo stati in grado di fare tutte le cose fatte in quel breve periodo e li porto ad esempio.

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